15 Sep
15Sep

Intuizione del day after in casa Levati. Voglio incontrare gli abitanti di Legau con cui da sempre gli amici di Isola del Piano (piccolo comune di Pesaro e Urbino) hanno grazie a Peppino Paolini, Sindaco di Isola e Presidente della Provincia di Pesaro Urbino, un legame molto stretto. Molto diversi a livello di paesaggio: la prima completamente avvolta nella pianura fatta di campi e lunghi orizzonti, Isola, nonostante il nome, immersa tra i monti delle “Cesane” a pochi chilometri da Urbino, eppure in tutti e due i paesi nascono due realtà molto importanti e famose nel campo del biologico alimentare. Il marchio Alce Nero, poi trasformatosi in Montebello ed infine in Girolomoni a Isola. Rapunzel che da più di 30 anni produce a Legau prodotti alimentari di altissima qualità, non per grandi catene commerciali, ma per tutti i piccoli negozi che anche alla garanzia della distribuzione di questi marchi di qualità, possono ancora sopravvivere.

A Legau vuoi per la vivacità di Peppino Paolini si è stretto un sodalizio molto forte con gli abitanti del piccolo paesino del montefeltro, tanto che Gustl e Margrit (coloro i quali mi hanno ospitato) hanno fondato un associazione: “Gli amici di Isola del Piano” per l'appunto.

Sarei dovuto arrivare alle 19, ma per colpa di una coda interminabile, non arrivo prima delle 21, loro super carini, senza neanche sapere chi sono, ma solo sulla fiducia, era stata Maddalena la figlia di Peppino a mettermi in contatto con loro neanche 10ore prima, mi aprono le porte di casa e mi fanno accomodare al tavolo.

Gustl e Margrit sono due signori molto giovanili e ospitali, la casa è bellissima è un concentrato di legno e libri, una veranda bellissima dove poter leggere qualcosa e vedere lo scorrere dei giorni delle stagioni, approfittando di uno dei bei divanetti appositamente messi lì. Parliamo del più e del meno, Margrit ci lascia presto perché la mattina dopo deve lavorare mentre Gustl è in pensione ma si da molto da fare per la comunità, ha fondato una lista civica per la tutela del verde pubblico a Legau e anche lui il giorno dopo alle 10 mi deve salutare perché deve aiutare un ragazzo rifugiato a poter prendere il passaporto per non rischiare di essere rimandato a casa dove sicuramente rischia di essere ucciso.

Così mi chiede del mio viaggio, gli spiego che cosa sto facendo, cosa sto cercando, perché mi sento così orgoglioso di questa mia impresa. Mi viene sempre di parlare di mio padre, quando racconto del viaggio, gli confido che erano tanti anni che volevo fare questa cosa, ma per tanti motivi non ultimo, la mia precedente relazione, non avevo mai pensato di farlo da solo. “Mio padre me l'aveva sempre detto, viaggia, apprendi nuove lingue, non ti fermare mai in un posto, cerca quello che i tuoi occhi hanno sete di vedere”. Mentre parlo di queste mie cose intime vedo che anche lui annuisce e mi confida che anche suo padre gli aveva detto così per tutta l'adolescenza, il papà di Gustl aveva fatto la guerra e per 7 anni non aveva potuto che stare li e combattere senza possibilità di uscita, per questo voleva che suo figlio viaggiasse. Così lui non c'ha pensato due volte, a 18 anni ha organizzato il suo bagaglio ed è stato via quasi un anno facendo il giro del mondo, tutto questo nel 1973, il giro del mondo partendo dall'Olanda andando in America, lavorando un mese in California e da lì poi il Giappone, le Indie, il Laos, Cambogia, fino a tornare a casa con il solo utilizzo di mezzi pubblici, treni ecc ecc.. Mentre fa il racconto di questo viaggio sono a bocca aperta, le cose che mi sono rimaste più impresse di questa chiacchierata sono i fatti inerenti all'est: il Giappone le Indie. Gustl sostiene con un po' di divertimento di aver inventato l'autostop in Giappone, nel senso che quando chiedeva a qualcuno di poterlo caricare i giapponesi erano allibiti e spesso facevano fatica a lasciarlo in strada, temevano per la sua vita. Una volta capitò che questo signore che lo aveva accompagnato per un tratto di strada, volle a tutti i costi farsi aiutare dalla Polizia, ma Gustl chiaramente non poteva capire, così quando si fermò davanti all'uomo in divisa gli fece cenno di andare, i due giapponesi si parlarono e il poliziotto fece scendere Gustl, facendogli capire di sedersi a fianco a lui, Gustl pensò che il suo viaggio fosse finito...Invece il poliziotto scelse una macchina che stava arrivando verso di lui, la fermò gli chiese in che direzione stesse andando e lo fece salire per fare arrivare a Gustl a giusta destinazione. Il ricordo più forte che Gustl ha del viaggio è stato sicuramente l'arrivo in India, mi ha parlato di “shock culturale”, una città completamente invasa di persone animali, cibo, immondizia, odori pestilenziali. Gustl racconta e sono sempre più affascinato e penso che tutta questa avventura lui l'ha fatta in anni in cui non esistevano navigatori satellitari, il modo di comunicare erano delle lettere, lui poteva inviarne, ma per riceverne, aspettò di arrivare a Tokyo li c'era un fermo posta, arrivò un pacco dalla Germania con dentro tutte le lettere che la sua mamma e il suo papà avevano scritto per lui. Altri tempi, pensare che il padre aveva persino commesso un piccolo e innocuo reato nei confronti dello stato omettendo che il figlio fosse ancora in Germania, quando era stato chiamato per il Servizio Civile perché se no rischiava di far saltare tutto il viaggio. Insomma altri tempi. Sono affascinato da questi racconti e gli chiedo se ha altro da raccontarmi, mi dice che c'è questo primo viaggio che gli è rimasto in mente tantissimo con la sua famiglia. Minorenne, partirono tutti su un vecchio maggiolone Volkswagen nel 1966, destinazione San Giovanni Rotondo vicino Foggia per incontrare Padre Pio che al tempo era ancora vivo. Il fratello di Gustl stava perdendo la vista e di li a poco per colpa di questa malattia sarebbe diventato cieco. Così la mamma aveva conosciuto una suora in Germania che le aveva raccontato di questo Frate che faceva i miracoli, così come spesso accade, come ultima spiaggia provarono questo pellegrinaggio. Il racconto diventa epico quando mi parla della cerimonia della Santa Messa e di queste donne che dalla mattina presto si mettevano davanti alla porta della Chiesa a pregare il Rosario. L'apertura delle porte e la gente che correva per prendere posto nei banchi più vicini a quello che sarebbe poi diventato il Santo più famoso del '900.Oramai si è fatta una certa ora e il viaggio si fa sentire, decidiamo di andare a letto. Mi hanno lasciato una stanza tutta per me, piena di libri e una bellissima scrivania, decido che voglio fare una diretta straordinaria in cui leggo una fiaba norvegese, quella di Ceneraccio. Sono molto stanco e mi addormento facilmente, la mattina dopo di buon ora vedo che mi hanno preparato tante cose buone da mangiare e rivedo di nuovo Margrit, sta uscendo velocemente chissà quando ci rivedremo invece con Gustl che mi ha insegnato a fare un buon mix di cereali e musli andiamo a visitare la fabbrica della Rapunzel, passiamo per le strade di questo piccolo paesino ed è davvero un incanto, la campagna bavarese, case con giardinetti, tutto a misura d'uomo, qua e là ci sono sempre cantieri aperti, la Germania lavora sempre a testa bassa. Arriviamo allo stabilimento della Rapunzel: è bellissimo, credo chi lavora in questo posto si possa sentire orgoglioso di fare parte di una grande famiglia. 300 lavoratori, la mensa, uno spazio molto grande dove si fanno eventi conferenze, il market shop, un bellissimo pulmino volkswagen completamente restaurato griffato con simboli hippie e del marchio e una bellissima torre a cui poter accedere per poter vedere Legau dall'alto, mi spiega che stanno ingrandendo la produzione, costruendo una parte tutta per gli ospiti che vengono a trovare questo posto. Quanto un'azienda può creare un'economia per un posto poco più grande di uno dei nostri piccoli comuni marchigiani, però impattando in maniera sana con il paesaggio e offrendo la possibilità di continuare a vivere in questo paese ai giovani, creando i presupposti per continuare il lavoro dei loro padri, attraverso una trasmissione di sapere, inoltre offrendo un buon salario? La domanda più lunga e intelligente che io abbia mai pensato!!?? La risposta è tutta in questa meravigliosa comunità nella bassa provincia bavarese a pochi chilometri dal confine austriaco.

Sono le 9 di mattina e sono fermamente convinto che questa Germania ha già iniziato con il piede giusto nel mio cuore.

Saluto Gustl, che mi prepara il pranzo, mi consiglia cosa visitare, mi abbraccia e arrivederci, lo invito in Italia, una persona così una famiglia così non posso assolutamente dimenticarla.

Grazie Legau, grazie Gustl e Margrit, grazie amici di Isola del Piano


Commenti
* L'indirizzo e-mail non verrà pubblicato sul sito Web.