16 Aug
16Aug

Vatti a lavare, e mia madre lo ha fulminato con gli occhi...

Wow alla fine ce l'ho fatta, è stata una lunga rincorsa verso questa ennesima sfida, ma credo di averla portata dignitosamente a termine, ci sono state persone che si sono spostate, apposta per me, è stato un po' come tornare alle vecchie abitudini, di quando organizzavo gli eventi, solo che stavolta, non mi sono preoccupato di invitare, di rincorrere, convincere le persone. Dentro di me qualcosa è cambiato, ora non scendo a compromessi con chi non ha interesse o voglia di spingersi affondo. Dovrebbe essere una cosa simile a: "Chi mi ama mi segua..." ma...ok come Drag, l ho pensato, mi sono sentita come Mosè e questa foto racconta il momento in cui mi sono buttata nel Mar Rosso (La fontana di Piazza XX Settembre a Fano). Come Filippo, come nuovo Kenitch, come nuova creatura, no. Sta nascendo dentro di me la sensazione di nuova identità, che porta mutamenti, nel modo di essere, di pensare e interagire con gli altri, è finalmente subentrata in me un tipo di pazienza, che crea grandi aspettative nel mio cuore, ora sono sicuro di me e voglio scoprire a chi o in che maniera stia interessando questa avventura.

Ma andiamo con ordine, tutto è iniziato esattamente una settimana fa (09-08-2020 n.d.r.) quando Serena mi ha raccontato di una serie tv su Netflix che dovevo assolutamente vedere: Aj & Queen, il protagonista Ru Paul una Drag Newyorkese si imbatte in un'ingiustizia dovuta alla sua vita un po' spericolata e accompagnato da una bambina abbandonata dalla madre, una giovane prostituta tossica, si ritrovano immerse in un viaggio incredibile, dove la parola d'ordine oltre l'intercalare bitch (modo scherzoso di dire prostituta) è salvarsi la pelle e show must go on (lo spettacolo continua). All'inizio tutto questo glitter e urletti mi aveva un po' infastidito, poi ho iniziato a ragionare su quanta discriminazione e ingiustizie deve vivere chi sceglie una vita al di fuori degli schemi pre-ordinati (la massa)?? E questi elementi mi hanno convinto a sfidarmi, a mettermi in gioco. In una settimana assieme a Serena e Marika e l'aiuto di Michela, mi sono prodotto in una ricerca sui contenuti, la storia e le motivazioni che portano un uomo a vestirsi da donna, anzi a essere donna. Il risultato è stato oltre modo divertente, la cosa più bella per me è stato il Lip-Sink (fingere di cantare, muovendo solo le labbra in maniera precisissima seguendo il testo della canzone) e poi spingere il mio corpo a rincorrere un'interesse mediatico, mettendolo semplicemente in mostra. Ho scelto la scaletta, ho comperato personalmente i vestiti, ho recuperato piccoli gadget e infine le scarpe un tacco 12 a spillo sui storici "Sanpietrini" di Fano, ci voleva molto esercizio!!!

Io ce l'ho messa tutta e quando è arrivato il grande giorno le mie "Bitch" mi sono state vicino, hanno preparato spritz e patatine, mi hanno coccolato, truccato, incoraggiato e alla fine fotografato, sono state le mie "Kenitch's Angels", l'arrivo in piazza è stato pazzesco ero enorme e ho sentito che tutta la piazza si stava girando a guardarmi, la cosa più bella sono stati i bambini che sono corsi verso di me e mi hanno fatto da ballerini. Uno in particolare mi ha colpito, mi ha detto che lui si chiama Luca ma in realtà il suo nome vero quello che si sente è Giulia, a fine spettacolo gli ho chiesto se voleva provare le scarpe e sua madre glielo ha vietato!! Mi sono esibito nei 3 pezzi concordati: I Will survive (Gloria Gaynor), I want to break free (Queen) e per ultimo: I'm just sweet transvestite (Rocky Horror Picture Show), poi è arrivato il mio amico Baro da Marzocca e ho fatto un paio di bis, ma ero devastato e mentre mi facevo vedere e scattavo qualche foto mi sono infilato nella fontana e li ho riposato i miei piedi, quel momento rimarrà indelebile nella mia testa, vuoi per il piacere e il sollievo, vuoi soprattutto perché è stato il gesto-metafora di questa mia ennesima avventura, dopo aver fatto Zurigo-Marzocca in 8 giorni in bici e aver superato le montagne e tutte le avversità, dopo più di 4 mesi di inattività teatrale, mi sono preso il mio palco, il mio pubblico e la mia rivincita su tutto ciò che sembra non si possa fare ma è evidente che è solo un bag del sistema. La cultura è un bene prezioso che non può vivere delle stesse regole che ci impongono per via del Covid. Io metto il mio corpo in movimento filtrato da un volere che va ben oltre le mille restrizioni sociali. E' il pubblico che deve attuare un meccanismo di tutela verso se stesso, non gli artisti già censurati e castrati abbastanza. E la lezione di questa "Challenge" è stata forte è chiara, quando pensi qualcosa con il cuore e con un grande ideale dentro che la trascina, tutto è possibile, tutto si può fare e niente ti può fermare, nemmeno l'ipocrisia dei commenti...

Mi avvicino a mia madre che questa volta è stata davvero combattuta, è stata una sfida anche per lei, vedermi vestito così, fare quello che ho fatto non era semplice anche per una donna meravigliosamente aperta come lei, come prassi gli chiedo: "come è andata?" lei mi risponde: "è stata dura per me, c'è stato uno, un testa de c...o che è passato con la bici e ha detto dopo vatte a lavà me so girata gli ho dato uno sguardo, l'ho bruciato... è andato via!!!" Brava mamma, ti voglio bene. E anche questa è fatta!! Kenitch, può anche essere una Drag, se no che Pappagallo sarebbe!!!

“Maturità dell'uomo significa avere ritrovato la serietà che si metteva nel gioco da bambini.” 

F. Nietzsche

Commenti
* L'indirizzo e-mail non verrà pubblicato sul sito Web.